venerdì 31 ottobre 2008

Rabat - Beni Mellal

Sotto il diluvio universale riesco a saltare al volo su un autobus Rabat Casablanca, poi sul secondo Casablanca Beni Mellal. Mi metto a leggere, l'autista ha una guida a dir poco sportiva ... urla, strombazzamenti, discussioni con chiunque gli capiti sotto tiro. Fa sorpassi azzardati ... in uno di questi ci strusciamo contro un camion che viene nella direzionIl pazzo cpntinua a guidare finché non viene ricondotto a ragione dai passeggeri urlanti. Nessuno si è fatto male, ci fermiamo due secondi a buttare giù completamente il finistrino e poi si riparte. Il mio vicino è un laurenado in medicina che sta facendo la pratica a Oued Zem ... all'ospedale i medici scarseggiano e lu isi è fatto spedire lì così può fare duecento guardie al mese ... tutta esperienza. Parliamo della città che pare sia famosa per la bellezza delle donne (altro motivo per cui l'ha scelta), della quantità di casi di donne vittime di violenza che accoglie ogni giorno, di politica (dice che vuole entrare in un partito perché basta coi vecchi). Le chiacchiere mi distraggono dalle fermate interminabili. Ci si ferma per cercare di coprire il buco con un plasticone che dopo tre minuti servirà solo a trasformare l'autobus in una barca a vela. Ci si ferma perché l'autista si mette a litigare con i bigliettai di una stazione, ci si ferma perché ci ferma la polizia. I passeggeri si dividono in chi se la fa prendere male e discute, urla, impreca contro l'autista e che se la fa prendere bene e ride, ride, ride. Ho pensato che era meglio adottare il secondo approccio e mi unisco alle risa ... perché é tutto troppo surreale. Arriviamo a Beni Mellal dopo sette ore di viagio, guadando i fiumi d'acqua che escono dai campi e invadono le strade. Sono arrivata sana e salva, sono felice ... se non fosse che mezzo Marocco è sotto un'acqua ...che non è normale, che distrugge villaggi e fa morti.

giovedì 30 ottobre 2008

Giusto per dare un'occhiata

L'autobus Beni Mellal Rabat è stracolmo, aria condizionata a palla, mi tolgo tre dei sei strati di vestiti con cui ho fatto fronte al gelo di questi giorni. Mi siedo e mi addormento felice di tutto questo improvviso calore. Al risveglio, mi ritrovo spiaccicata e semi sbavante sulla spalla del mio vicino ... per fortuna è un pischelletto che mi sorride e non un barbutone traumatizzato. Iniziamo a chiacchierare ... per quanto possibile con i miei limiti linguistici e il suo accento mallalino forte forte. Gli chiedo se studia, se lavora, mi dice che no ... che partirà presto per l'Europa. Nel 2005 per tre volte è salito su una barchetta diretta in Spagna e per tre volte la polizia lo ha rimandato indietro. Ha pagato più di mille euro il primo tentativo, un pò meno gli altri due. Mi dice "Sono stato sforutnato in un senso, ma fortunato nell'altro se pensi a tutti gli uomini e le donne che muoiono in mare". Mi sembra assurda la tranquillità con cui mi racconta queste sue storie ... evidentemente sono storie "quotidiane", un pò di tutti. Suo padre e suo fratello sono partiti così e ora lavorano ad Almeria, la maggior parte dei sui amici sono tra Spagna e Italia. Gli chiedo se proprio non si trova lavoro a Beni Mellal ... mi dice che il lavoro lo può trovare, che non vuole partire per il lavoro, vuole partire "per vedere com'è laggiù, per dare un'occhiata"!!! Insomma per lo stesso motivo per cui io prendo un aereo e vengo in Marocco e mi guardo intorno. A Beni Mellal ho incontrato giovani spagnoli, giovani marocchini che lavorano per sensibilizzare altri giovani sui rischi della migrazione clandestina, per fare formazioni professionali, perché ci sia fiducia nelle possibilità che il Marocco può offrire. Ora ... questo va benissimo ... perché un paese non si può svuotare di tutti i suoi giovani. Ma, d'altra parte, perché i ventenni marocchini non devono essere curiosi? Perché a noi ventenni dell'altra sponda del Mediterraneo ci spingono in tutti i modi a spostarsi, a imparare duecento lingue, a prendere borse e rimborsi per andarsene in giro per il mondo? Perché noi possiamo essere curiosi e loro no? Perché io posso stare con il naso appiccicato ai finestrini degli autobus che mi portano in giro per il Marocco e Driss non può attacare il proprio naso ai finestrini spagnoli, italiani, francesi ?....

sabato 18 ottobre 2008

Rabat - 15 minuti di "Marock"

Nel 2006 "Marock" è stato il film più visto nelle sale marocchine. E' un ritratto della gioventù casablanchese francofona e riccona, che beve, fuma, va in discoteca, corre in macchine superfiche, vive in ville stratosferiche. Il livello di approfondimento a me è sembrato quello delle "muccinate" ma mi ha comunque regalato uno spaccato di una realtà a me ignota ... almeno fino a ieri. Seguo un corso di "Antropologia del corpo" all'università di Rabat. Ieri, finita, la lezione, mi stavo facendo due chiacchiere con una compagna di corso, Siham. Usciamo dai cancelli dell'università e lei mi presenta un gruppetto di suoi amici. Stanno lì fuori ad aspettarla, intorno ad un bolidone rosso fiammante che trema per il volume della musica. Si propongono di accompagnarmi a casa. Accetto, per quanto terrorizzata dalla velocità che il bolide può raggiungere, soprattutto se alla guida c'è un pischello di vent'anni, riccioli neri ingelatinati e mesciati di biondo. Parla spagnolo, è nato lì, si sta facendo due mesetti di vacanza marocchine ... per fare il ramadan, per stare un pò con gli amici del bled. Accanto a lui, un suo coetaneo in canotta (tra i primi uomini marocchini che vedo in canotta) che mi chiede se ho fatto il ramadan! Mi consiglia di provarlo almeno una volta nella vita. Siamo in quattro nel sedile posteriore. Io, siham e due sue amiche. Una di loro mi inizia a snocciolare nomi di posti italiani che ha visitato qualche anno fa, quando è andata a trovare parenti che vivono lì ... Roma, Venezia, Firenze, Capri(!). Il guidatore deve essere il fidanzato di Siham ... per tutto il tragitto lei gli passa le dita tra i capelli, gli appiccica grandi baci sul collo, gli fa il solletico. Io sono un pò impietrita ... sarà la paura che con tutte queste smancerie lui perda il controllo del bolide, sarà questo inaspettato quadretto di scioltezza adolescenziale ... sarò che tra questi mi sento la nonna abelarda. Arriviamo sotto casa mia, mi dicono che se voglio raggiungerli nel pomeriggio, loro stanno a surfare nella spiaggia sotto la Kasbah ... Sì vabbé ...ciao. Insomma ... i miei 15 minuti di Marock.

domenica 5 ottobre 2008

Rabat - Scontrini

Rabat. Seduta al Café du Marché, cornetto e café noir. Vado a pagare e noto con piacere che hanno una cassa, gioisco per la prospettiva di ottenere il primo scontrino marocchino che potro' sventolare sotto il naso di quelli dell'ufficio rimborsi. Pago 10 dirham e rivolgo la richiesta al "cassiere" che rimane un po' stupito, ma piano piano... un tasto alla volta, batte le mie consumazioni.
Guardo lo scontrino ... 50 dirham ... manco fossi seduta davanti a Fontana di Trevi! Guardo le voci:
5 caffé latte 2 bicchieri di the 3 cornetti 1 caffé nero ... saranno le consumazioni dei dieci clienti precedenti. Non credo che mi rimborseranno mai 50 dirham per una colazione. So gia' che questa storia di tutta la documentazione fiscale da produrre per ottenere il rimborso di questi tre mesi marocchini sara' una rogna di dimensioni inaudite. Se chiedi uno scontrino la gente ti guarda come se fossi un agente di polizia che chiede di mostrargli idocumenti!