giovedì 19 marzo 2009

I frutti maturi

Il chiringuito sulla spiaggia è ormai diventato una meta fissa dei miei pomeriggi. Seduta in riva all’oceano, con un tè alla menta e uno dei mille libri che devo leggere per la tesi. Lo stereo trasmette una sequenza incessante di canzoni che inneggiano all’estate ed io osservo il variegato insieme di individui che popola les Oudayas.

Giovani, in prevalenza ragazzi. Giocano a calcio, a torso nudo, fanno meravigliosi spettacoli di acrobazie, alcuni flirtano, altri semplicemente osservano e fanno apprezzamenti, a volte un po’ troppo espliciti provocando le risate oppure gli sguardi di fuoco delle ragazze. Insomma si cazzeggia in spiaggia in un normalissimo martedì pomeriggio, e in questo i giovani di qualsiasi paese del mondo, sono bravissimi ( yo misma! ).

Da un’inchiesta svolta qualche anno fa da un giornalista spagnolo emergeva che circa il 70% dei giovani marocchini (uomini e donne) desiderava partire all’estero.

Oggi, a tutti gli effetti, il 10% della popolazione marocchina vive all’estero. Ma come ogni diaspora che si rispetti, questo 10% resta intrinsecamente ancorato al suo paese…come potrebbe essere diverso vista la “ricchezza” di questa terra?

Si pensa spesso che le migrazioni in provenienza dal Marocco siano dettate da motivi meramente economici : se si pensa che un operaio in Italia guadagna 5 volte quello che guadagna un insegnante o un normale lavoratore marocchino, si capisce bene come ciò sia a tutti gli effetti un pull factor considerevole.

D’altra parte la medesima inchiesta, e la mia misera esperienza di vita marocchina, evidenziava che “Il y a aussi le sentiment que la vie est courte et que la dynamique de changement engagées au Maroc risque d’être trop longue pour qu’ils puissent en recueillir les fruits“.

Tanto vale andare dove i frutti sono già maturi…

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