domenica 6 luglio 2008

I nostri tavoli o "kulluna bhal bhal"

Abbiamo tre tavoli in casa. Fino a stamattina ne avevamo solo due, due tavoli tondi e bassi in legno di cedro, tavoli nazionali sufficienti perché fino a dieci persone ci si siedano intorno a gambe incrociate e affondino le dita in una tajine. Li abbiamo ereditati dalla vecchia casa di Alberto e Andrea.

E oggi, dopo mille ripensamenti, riunioni d’appartamento e calcoli sulle nostre possibilità finanziarie, ci siamo decisi per il grande passo: un tavolo di plastica da giardino, con tre sedie. Le nostre schiene iniziavano a supplicare.

Lo abbiamo trovato al suq della domenica di Sidi Bou Skri, il quartiere che confina con Zeitun. Si trova di tutto al suq … dalle poltrone da dentista alle sedie a rotelle, dalle zappe alle ciotole di denti umani (!) … e poi naturalmente montagne di vestiti usati accanto a montagne di meloni ben ordinati. Per chi ha un attacco improvviso di fame ci sono i carretti di lumache in brodo o gli spiedini, per chi ha sete un the o una spremuta d’arancia.

Ma torniamo al nostro tavolo. Dopo vari giretti e comparazioni di prezzi ci siamo decisi per l’offerta del vecchio signore distinto in jallaba. Abbiamo chiesto il prezzo al ragazzino, colto alla sprovvista si è rivolto al papà o padrone sussurrando “Nasara” (Sono cristiani). Il vecchio indicando Alberto gli ha risposto : “Dak muslim (quello è musulmano). Ha poi rettificato: “e comunque non importa … kulluna bhal bhal(siamo tutti uguali)”, e c’ha fatto un buon prezzo. Che lezione di vita al suq di Sidi Bou Skri!

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