martedì 30 dicembre 2008
Chi è il Presidente del Camerun?
martedì 9 dicembre 2008
L'ora del papa re

venerdì 5 dicembre 2008
Stazione Casa Voyageurs
Ore 1815. Binario 1. Aspetto il treno per Rabat. Mi guardo intorno: un affascinante uomo con barba lunga, giallaba e figlioletta in braccio, quattro adolescenti che non smettono un secondo di parlare degli ultimi modelli di automobili, parecchie ragazze tiratissime, in gonna e stivali, ovviamente svelate, famiglie cariche di valigie e borsoni di plastica, colmi fino all'orlo, una coppia di lesbiche, un marito in stampelle con moglie ninja e due figlioletti disobbedienti: panorama curioso questa stazione!
Donne donne e ancora donne
venerdì 21 novembre 2008
Incontri con Rachid Nini
Il guardiano di Sharea Suisra

Buena Practica
Ennesimo convegno sulle migrazioni. Ascoltiamo atterrite l’intervento di un giornalista marocchino Said Jdidi che racconta quello che a suo parere, è un esempio di BUENA PRACTICA nella gestione dei flussi migratori: la migrazione circolare delle donne marocchine impiegate in Andalusia nei campi di fragole. Entusiasta afferma che oggi è facile per le donne emigrare in maniera regolare e trarre un gran beneficio da questo tipo di migrazione. Peccato che si sia dimenticato di aggiungere particolari meno esemplari come il fatto che la selezione delle operaie avvenga sulla base del loro status di famiglia: sono assunte solo donne sposate, con figli, possibilmente ancora piccoli. Questo per assicurarsi che esse non tentino di rimanere in Spagna clandestine una volta esaurito il contratto di lavoro. Parla di redditività delle donne come di una qualità rispetto alle migrazioni, come se queste non fossero altro che braccia da lavoro. Donne date in prestito dal Marocco alla Spagna perché lavorino tot mesi all’anno lontane dalle famiglie e perché rientrino testa china in patria: un concetto molto discutibile di buona pratica.
sabato 8 novembre 2008
Trenitalia e i tunisini
La settimana scorsa, seduta sul treno diretto a Venezia, il mio sguardo è caduto su un cartellone pubblicitario con la faccia di un giovane in bianco e nero che spalanca occhi e bocca in segno di incredulità. Distratta inizio a leggere il testo sotto la foto. E mi rendo conto che è tutto francese - prix réduits vers la Tunisie, e una tabella con i costi del trasferimento di denaro. È una campagna della Western Union, i vagoni di Trenitalia ne sono tappezzati. Ma... sono rimasta un po' perplessa a rimuginare. Cioè, tutta Trenitalia, che di solito pubblicizza le vacanze nelle Marche o gli spettacoli all'Arena di Verona, è zeppa di cartelloni privi di interesse per il cittadino medio italiano, anzi per molti certamente incomprensibili perché scritti in francese.
In Tunisia da dieci mesi sono in corso proteste sindacali, la repressione ha portato a censure, arresti, torture, morti (il rapporto di ottobre di Fortress Europe gli dedica un articolo). Da luglio guardo il TG o leggo il giornale ogni giorno, ma non ho mai trovato nulla sulla situazione politica tunisina. Ma toh - Western Union e Trenitalia insegnano quanto sia facile dedicare un po' spazio alle preoccupazioni degli immigrati - quando è possibile ricavarci dei soldi (e che soldi).
mercoledì 5 novembre 2008
I molteplici usi del Corano
....i cani e gli italiani

Quando abbiamo trovato l’appartamento in cui stiamo abitando, i proprietari di casa hanno espresso il desiderio di conoscerci. Ci ha aperto la porta un'imbarazzata donna in pijama che è subito corsa a coprirsi con una sexy vestaglia in pizzo…
Seduto sul divano, davanti ad una tavola imbandita per una merenda post ramadan, ci aspettava suo marito. Un distinto signore marocchino che aprendo bocca ci ha lasciate basite: mancava sola il “pota” alla fine della frase che avrei potuto tranquillamente scambiarlo per un bresciano. Cami invece riteneva fosse un accento tipico del Trentino.
Il messaggio è stato chiarissimo (?!) : Driss, così si chiama il signore marocchino-bresciano, si è limitato a ripetere più e più volte che non vuole problemi (problemi ossia donne italiane con giovani marocchini... hashuma!).
Poi si è dilungato in racconti della sua carriera in Italia, di come ora stia aprendo un noleggio di auto su Rabat, su come si sia fatto da sé...da modesto operaio a brillante imprenditore...chissà un giorno Presidente Operaio...
Forse fra qualche anno si avvererà la profezia di Fellagh, migreremo in massa verso il Maghreb e troveremo cartelli affissi alle case: “non si affitta agli extra-maghrebini” o magari dovremo supplicare amici marocchini perché facciano da intermediari per noi con qualche proprietario razzista.
venerdì 31 ottobre 2008
Rabat - Beni Mellal
giovedì 30 ottobre 2008
Giusto per dare un'occhiata
sabato 18 ottobre 2008
Rabat - 15 minuti di "Marock"

domenica 5 ottobre 2008
Rabat - Scontrini
giovedì 18 settembre 2008
Un tetto a Zeitun
I mille e un semsar
Palermo!
Un miraggio
Esilarante e bruciato
Un sorso di laban
L'attivista
Ancora lo scorbutico
L'aggiustativù
Dalla quiete dei tetti ... al bailamme della strada
martedì 5 agosto 2008
Italiche novità
domenica 3 agosto 2008
Viaggi/ Ventiquattro ore su ventiquattro
Su un tetto di Chefchaouen aspettiamo che i muezzin chiamino alla preghiera del mattino.
Quattro meno un quarto, meno dieci, meno cinque ... ecco il primo canto che sale da uno dei villaggi della valle, pochi chilometri da noi. Manca ancora qualche secondo per i muezzin di Chefchaouen.
La preghiera non segue il fuso orario, non si conta da Greenwich, ma dal sorgere del sole, che cambia in ogni città in ogni paese. A Oujda (est Marocco) ci si sveglia prima che a Rabat per la prima preghiera della giornata. Nel paese a est di Chefchaouen prima che a Chefchaouen. Così ci spiega Anouar, il nostro albergatore. “Ci sono musulmani in ogni angolo della terra, con questo sistema si alzano lodi e canti a Dio ventiquattro ore su ventiquattro”.
Il muezzin inizia a chiamare dal minareto ottagonale ornato da luci psichedeliche. Anouar fa l’ultimo tiro di hashisha alla mela e si sdraia. Chiude gli occhi, non prega ... o forse sì. Si lascia cullare dal canto e si addormenta. Il paese è immerso nel silenzio più totale, si sente solo il muezzin e le prime porte che si aprono cigolando.
sabato 26 luglio 2008
Facans

Negli ultimi giorni però è diventato più facile capire l’origine delle automobili. La stragrande maggioranza delle auto che intasano il traffico meknessino hanno targhe francesi, olandesi e qualcuna italiana. Non assomigliano per nulla alle FIAT ammaccate o alle meravigliose Mercedes grigie dagli interni ghepardati a cui siamo abituati qui a Meknès, sono piuttosto macchine sportive o famigliari di grossa cilindrata.
Sono tornati i Facans!
Vengono chiamati Facans gli emigrati che tornano per le vacances in Marocco. I connazionali residenti all’estero non vengono accolti a braccia aperte al ritorno in patria, prevale invece un senso di fastidio generalizzato nei loro confronti. E’ umano che irriti vedere, mentre aspetti da ore che passi un taxi collettivo che dovrai condividere con altre sei persone schiacciate una sull’altra come sardine, una Mercedes targata Olanda che sfreccia davanti a te con lo stereo a palla. In ogni caso continua a stupirmi quanto gli emigrati vengano denigrati proprio nel loro paese d’origine, soprattutto qui in Marocco dove la solidarietà sociale, e i soldi delle rimesse, sono l’unico antidoto all’inefficienza del Makhzen.
Ho sentito così tanti di questi termini in giro per il Mediterraneo che potrei scriverci un dizionario. In Turchia gli emigrati in Germania sono chiamati Almancı, tedescotti, gli si rimprovera di essere degli assimilati e di aver dimenticato le proprie origini turche. In realtà i turco-tedeschi che ho conosciuto sono persone per lo meno bilingui abilissimi nell’arte della mediazione tra codici culturali differenti.
I paesi del Mediterraneo Nord non sono da meno. Nella progressista Catalogna ho sentito tante volte chiamare i magrebini, los moros, come ai tempi della cacciata degli arabi dall'Andalusia nel 1492, però è proprio sulle spalle di moros, equadoreños, brasileños, paquistanos che si regge la scintillante Barcellona.
Per tornare al Marocco, un altro termine per delineare i confini della differenza è Gaurì. Il Gaurì è lo straniero bianco, ma anche chi ha solo un genitore marocchino. Non ho ancora capito se gaurì ha un’accezione dispregiativa o significa semplicemente straniero, in ogni caso, qui a Zeitun non ci chiamano gaurì, siamo semplicemente Talianin, gli Italiani, e questo mi fa piacere, significa che siamo riusciti ad integrarci almeno un po'.
martedì 15 luglio 2008
sabato 12 luglio 2008
Partenze e arrivi

Il cartello dice testualmente “Per favore … immigrazione in canada”.
Fatima è la nostra vicina di casa, la padrona del tetto dove io e Karin abbiamo vissuto il nostro primo mese a Zeitun. Fatima è divorziata, ha quattro figli, tutta la sua famiglia vive in Belgio. Lei ha ottenuto il visto con un matrimonio di convenienza e tra venti giorni parte con il figlio più piccolo.
Quando ancora il visto non era arrivato mi diceva che non vedeva l’ora di andarsene, ora che è sicura di partire, mi dice che vorrebbe rimanere … che in fondo si sta bene a Zeitun … si vive bene in Marocco.
Ieri sono andata dal Qa’id, il capo della circoscrizione, per sbrigare una faccenda legata al prolungamento del visto e ho incontrato il figlio grande di Fatima che consegnava tutto un incartamento per l’ufficio immigrazione … ha preso il Bac e vuole proseguire gli studi in Francia.
Alberto ha fatto due chiacchiere con uno dei ragazzi che lavorano dal kebabbaro vicino casa. Uno di loro, che si fa grasse risate ogni volta che parliamo in darija, ha ottenuto la green card, e tra un mese se ne parte per gli States.
Tre delle nostre ex-coinquiline seguono corsi di lingua .. francese, spagnolo, tedesco, per poter partire e fare anche loro un mariage en blanc.
Ma non c’è solo gente che parte…
Dall’inizio di luglio per le strade di Zeitun, accanto alle Fiat Uno- petit taxi e alle mercedes fine anni settanta grand taxi sono spuntate tante belle e nuove macchine dalle targhe esotiche … belghe soprattutto, ma anche francesi, tedesche… e due italiane. Il nostro amico Mohammed sostiene che molti emigrati che tornano al paese fanno di tutto per mostrare la loro nuova ricchezza, e magari spendono un sacco di soldi per affittare bei macchinoni scintillanti che in realtà non si possono permettere. Chissà…qualcuno forse.
Il ritorno degli zeitunesi europei sicuramente ha portato con sé nuove mode: mai viste fino a due settimane fa tante braccia scoperte per le strade del quartiere.
C’è chi parte e c’è chi arriva per poi ripartire, anche noi fra poco, anche noi di sicuro torneremo.
martedì 8 luglio 2008
Baciamano

Orientamento
domenica 6 luglio 2008
I guardiani di Zeitun

I nostri tavoli o "kulluna bhal bhal"
Abbiamo tre tavoli in casa. Fino a stamattina ne avevamo solo due, due tavoli tondi e bassi in legno di cedro, tavoli nazionali sufficienti perché fino a dieci persone ci si siedano intorno a gambe incrociate e affondino le dita in una tajine. Li abbiamo ereditati dalla vecchia casa di Alberto e Andrea.
E oggi, dopo mille ripensamenti, riunioni d’appartamento e calcoli sulle nostre possibilità finanziarie, ci siamo decisi per il grande passo: un tavolo di plastica da giardino, con tre sedie. Le nostre schiene iniziavano a supplicare.
Lo abbiamo trovato al suq della domenica di Sidi Bou Skri, il quartiere che confina con Zeitun. Si trova di tutto al suq … dalle poltrone da dentista alle sedie a rotelle, dalle zappe alle ciotole di denti umani (!) … e poi naturalmente montagne di vestiti usati accanto a montagne di meloni ben ordinati. Per chi ha un attacco improvviso di fame ci sono i carretti di lumache in brodo o gli spiedini, per chi ha sete un the o una spremuta d’arancia.
Ma torniamo al nostro tavolo. Dopo vari giretti e comparazioni di prezzi ci siamo decisi per l’offerta del vecchio signore distinto in jallaba. Abbiamo chiesto il prezzo al ragazzino, colto alla sprovvista si è rivolto al papà o padrone sussurrando “Nasara” (Sono cristiani). Il vecchio indicando Alberto gli ha risposto : “Dak muslim (quello è musulmano). Ha poi rettificato:
“e comunque non importa … kulluna bhal bhal(siamo tutti uguali)”, e c’ha fatto un buon prezzo. Che lezione di vita al suq di Sidi Bou Skri!
Grazie Harcha!

sabato 5 luglio 2008
Hallaq
venerdì 4 luglio 2008
Il mio amico
Acima

Younes e l'acqua
A Meknès, anzi a Zeitun, l’acqua non esce dai rubinetti dalle undici di sera alle sette di mattina.
acque minerali in marocco
